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Alla Divina Liturgia dopo l’ecphonis: „Con la grazia e la misericordia e con l’amore del popolo del tuo Unigenito Figlio, con il quale sei benedetto, insieme con lo Spirito Santissimo e buono e vivificante, ora e per sempre e per sempre e sempre” e dopo aver rivolto a Dio la preghiera „Presta attenzione, Signore Gesù Cristo, nostro Dio, dalla tua santa dimora e dalla sede della gloria del tuo regno e vieni a santificarci, Colui che risorge con il Padre siede qui, in modo invisibile, con noi tu sei. E ci rende degni, con la Tua mano potente, di darci il Tuo Corpo Purissimo e il Tuo Preziosissimo Sangue, e attraverso di noi a tutto il popolo”, il sacerdote si alza e, con le mani tremanti, prende il Corpo di Cristo, lo solleva sopra il Disco Santo e pronuncia ad alta voce: Facciamo attenzione! Santi santi! (La Liturgia, 2012, p.185)

Queste parole ci esortano a prestare attenzione al fatto che i Santi sono per i santi.

San Cirillo conferma che i Santi Doni hanno ricevuto la discesa dello Spirito Santo. Santi, tuttavia, siamo anche quelli che sono diventati degni della Sua opera. I doni sacri sono ordinati solo per i santi. (La santa rendita di Gerusalemme, „La catechesi mistica”, 5 VEPES 39, 262)

E San Giovanni Crisostomo dice che: „Il sacerdote ministrante, a destra, nel Santo Altare e davanti alla Santa Mensa, con voce tremante, che genera paura, con le mani alzate e che tiene il Corpo Santo, in una pace profonda, pronuncia: I santi!

Così chiama alcuni a condividere (i degni, i puri, i santi, i preparati), ad altri che proibisce (agli indegni, agli impuri, agli impreparati, agli impenitenti, agli impenitenti), non con la mano, ma con la voce che ha e che è più forte della mano. E il Santo continua: „Se qualcuno non è santo, non si avvicini”. E non dice solo di essere puro dai peccati, ma santo, perché santo non è solo colui che non commette peccato, ma colui che è pieno dello Spirito Santo e delle ricchezze delle sue buone azioni. Non voglio che siate liberati solo dal fango dei peccati, ma anche che siate bianchi, belli e giusti. Non è permesso a nessuno di avvicinarsi ai Misteri più puri, di bere dalla Primavera vivificante. Perciò il sacerdote non chiama ciascuno, ma tenendo tra le mani il Corpo purissimo del Signore, chiama solo chi cammina sulla via della santità: i Santi sono dei santi. È come dire: Ecco il pane della vita che vedete, quindi correte a prenderlo, ma non tutti, ma solo quelli che sono santi, perché solo ai santi sono concessi i santi.

Per i santi non sono solo coloro che hanno raggiunto la perfezione della virtù, ma anche coloro che si costringono e perseverano a raggiungerla, anche se non l’hanno ancora raggiunta. E quelli che combattono sono santi, perché anche questi non impediscono a nulla di santificarsi partecipando ai Santi Misteri. (San Giovanni Crisostomo, „Commento all’Epistola agli Ebrei”, Omelia 17, P.G. 63, 133) Queste parole sono un conforto per tutti noi, in quanto San Giovanni chiama santi cristiani che perseverano e si sforzano di prepararsi al meglio per la Santa Comunione. L’ascensione del Purissimo Corpo del Signore, che viene eseguita con due mani (le prime tre dita) ha due simboli: la Divina Eucaristia è la rappresentazione del Sacrificio sulla Croce, ma anche la sua continuazione fino alla seconda Venuta del Signore. Che cosa accadde allora sul Calvario? Posarono il Signore a terra, poi Lo sollevarono sulla croce e lì Lo inchiodarono. Dopo di ciò, tirarono le corde e sollevarono la croce con il Suo Corpo purissimo, fissandola nel terreno. Questo rappresenta l’Ascensione dell’Agnello alla Divina Liturgia, quando il sacerdote esalta dolcemente e piamente sopra il Disco Santo, Sant’Agnese. Dell’ascensione alla croce, il Signore parlò simbolicamente ai Suoi discepoli, dicendo: „E io, quando mi alzerò dalla terra, li attirerò tutti a me”. (Giovanni 12:32)

Il Signore è con il Corpo e il Sangue davanti a noi non sulla Croce, ma nel Sepolcro. Il simbolismo mostra che con l’ascensione del Dio Agnese da parte del sacerdote all’espressione delle parole Facciamo attenzione! Santi Santi!, l’anima di Cristo risorge dall’inferno, tirando con sé e liberando la moltitudine dei giusti, maschi e femmine, che si uniscono al suo Corpo teandrico, che non ha visto la corruzione, e così si realizza la risurrezione del Signore dai morti. Quindi, l’ascensione simboleggia l’uscita dell’anima dall’inferno, l’unione con il Corpo dalla tomba e la resurrezione dai morti.

Alle terribili parole del sacerdote „I santi!”, il popolo risponde: „Un solo Santo, un solo Signore Gesù Cristo, nella gloria di Dio Padre. Amen”, perché nessuno è santo, giusto e senza peccato tranne Dio.

Tutti noi, i sacerdoti ministranti, che circondano il Santo Altare, tutti voi che vi avvicinate alle Porte Sante per condividere e gli altri che vi vergogniamo perché non potete condividere, apparteniamo a coloro che sono stati chiamati dal Signore Crocifisso.

Egli ci ha tirati accanto a Lui per diventare una cosa sola con Lui. E in questo modo, attraverso la Santa Comunione, non solo ci nutre di cibo immortale, ma ci unisce e ci trasforma. Cioè, mentre ci avviciniamo al Santo Calice, dobbiamo sperare in un’ascensione spirituale che, per unione con la Sua indole, ci attirerà e ci porrà sul Trono celeste del Suo regno. Attraverso questo gesto simbolico del sacerdote, il Signore esaltato sulla croce ci dice: „Vi ho attirati alla mia natura divino-umana, vi ho amati fino al sacrificio e alla morte di croce”. (Filippesi 2:8) Volevo unirmi a voi e mangiare la Pasqua redentrice. Vi ho offerto il Mio Corpo e il Mio Sangue per mangiare e bere, e vi chiedo: avete lo stesso desiderio per Me? Ti stai avvicinando al Santo Mistero, come un cervo assetato? Prestate attenzione alla Mia sollecitazione: i santi sono per i santi”. Secondo la Sacra Scrittura nei tempi antichi, i santi erano chiamati tutti cristiani. Facilmente, la nozione era limitata solo agli eletti, cioè a coloro che erano tormentati a morte, o a coloro che lo confessavano nelle persecuzioni, nelle prigioni, negli esuli, che dedicavano tutta la loro vita al servizio di Dio. Quindi, i tre tagma dei santi cristiani erano: martiri, confessori e santi. In senso lato, santo è anche ogni credente bisognoso che si separa dal peccato, non avendo nell’anima „macchia o ruga, o qualcosa del genere”. (Efesini 5:27) Non dimentichiamo, tuttavia, che tutte le persone senza eccezione sono peccatori. L’unico senza peccato fu sacrificato sulla Croce. Questo sacrificio ben accolto perdonò tutta la razza umana, i peccati di tutti gli uomini, da Adamo all’ultimo uomo nato prima della seconda venuta del Signore. Ma quando saranno perdonati e cancellati?

Quando gli uomini riconosceranno il Figlio di Dio nella persona di Gesù Cristo, che si fece carne e soffrì ai giorni di Ponzio Pilato e risuscitò dai morti. E quando saranno più avanti, dopo averli ricevuti e creduti, con tutto il cuore, saranno battezzati e prenderanno parte ai Misteri più puri e, allo stesso tempo, accetteranno l’intero insegnamento dogmatico della nostra fede ortodossa. Allora, il Sangue che Cristo ha versato sulla Croce e si offre a noi, in ogni Santa Eucaristia, purificherà i cristiani da ogni tipo di peccato, perché è dato „per il perdono dei peccati e per la vita per sempre”.

Questa perla preziosa, questa goccia di Sangue che prendiamo, ci purifica, ci illumina, ci rende portatori di Cristo e dello spirito, ci rende santi. Una goccia di sangue può diventare un oceano invincibile in cui milioni di persone possono essere purificate e lavate via. È sufficiente che lo vogliano!

Un vecchio isihast, Padre Agostino, aveva bisogno da solo, nel deserto, in una cella-chiesa dedicata a „L’ingresso della Madre di Dio nella Chiesa”, nel monastero di Santa Filotea nella Santa Montagna. Una volta, come lui stesso ha raccontato, mentre stava facendo metano e adorazione, gli fu mostrato il diavolo nelle celle a immagine di un cane spaventoso che gli gettava fiamme sulla bocca. Venne su di lui, ululando e dicendogli che le sue preghiere e i suoi metani lo stavano bruciando.

Il vecchio Agostino lo afferrò, lo sbatté contro il muro e disse: „Diavolo male, perché combatti con tanta rabbia e malizia le creature di Dio”? Immediatamente, il diavolo rabbioso e vergognoso scomparve lasciando nella sua scia fumo e puzza. E padre Agostino continuò a dire: „Il diavolo era fortissimo ma anch’io ramolitul, con l’aiuto di Dio lo gettai e lo incollai al muro”, dopo però cominciai a dispiacermi, a rimproverare alla mia coscienza che avevo battuto il diavolo. Aspettavo con ansia che si accendesse, che corressi dal confessore e mi confessassi. Quando si è illuminato, sono andato a Provata (un’ora e mezza di cammino), ho trovato il mio confessore e mi sono confessato. Gli ho raccontato cosa è successo durante la preghiera e come ho colpito il diavolo. Il confessore è stato molto comprensivo, non mi ha dato alcun canone ma mi ha detto di condividere il giorno dopo. Saltavo su di gioia e tutto il giorno lavoravo, e di notte guardavo con metano e adorazioni. La mattina, alle cinque, andai alla Divina Liturgia per condividere. Quando il sacerdote toccò il cucchiaino delle mie labbra vidi in esso un pezzo di Carne e Sangue! E l’ho masticato per ingoiarlo. Oh! Una felicità indicibile mi inghiottì a cui non potevo più resistere! Fiumi di lacrime scorrevano dai miei occhi, il mio cuore e il mio corpo erano sopraffatti da una felicità illimitata! Me ne andai rapidamente per non vedere i miei genitori, per non guardare le trasformazioni divine che avevo ricevuto indegnamente da Dio.

Tutto questo lo scoprì a Padre Paisie, noto monaco e asceta della Santa Montagna”. (Padre Paisie Aghioritul, „Genitori Aghioriţi”, op.cit., pag. 77-78)

Lo scopo per il quale il Signore ha ordinato che la Divina Liturgia sia celebrata è quello di prendere parte a noi, di unirsi a Lui. Il Cristo eucaristico è la Fonte, la Forza, la Resistenza, il Salvatore e l’Arvuna della nostra salvezza.

San Giovanni Crisostomo ci dice, in relazione a questo: „È necessario sapere cos’è il Miracolo dei Misteri, cioè la Santa Eucaristia, perché Cristo ce l’ha data e quale uso guadagniamo quando vi partecipiamo. Perché, come dice l’apostolo Paolo, diventiamo un corpo con Cristo, e membra del Suo Corpo, della Sua carne e delle Sue ossa. Questo accade con il cibo che ci ha dato, cioè con la Santa Comunione. Per questo ci ha uniti a Lui, e si è fatto corpo con noi, perché fossimo una cosa sola con Lui, che è il capo…”. Lo scopo di impegnare il Mistero eucaristico è la nostra partecipazione ad esso, cioè alla Cena del Signore. Tuttavia, molti credenti raramente partecipano, e altri, si avvicinano senza la necessaria preparazione. San Giovanni Crisostomo condanna con parole dure un’usanza che i cristiani hanno ancora oggi, di condividere solo nelle Grandi Feste, che siano preparati o meno. „Vedo molti condividere con il Corpo di Cristo per abitudine e dovere alla festa più che per conoscenza e sentimento. Dicono: condividiamo quando verrà la Quaresima, Pasqua e Natale, e basta.

Il tempo per avvicinarsi ai Santi Misteri non è Pasqua o Natale, ma la purezza dell’anima. Quindi, quando sei pulito dalle concupiscenze e dalle cadute del corpo, dalla consapevolezza del male e dall’inimicizia, allora vieni e condividi. Se non sei pulito, non venire”. (San Giovanni Crisostomo, „Commento al Vangelo di San Giovanni”, Omelia 46, EPE 13, 578)

Per questo chiedo a tutti voi di non avvicinarvi ai Divini Misteri impreparati perché questo è ciò che richiede la festa, ma quando decidete di condividere, di purificare la vostra anima prima bene alla confessione e molti giorni prima di digiunare, di trattenervi, di perdonare, di fare l’elemosina e tante preghiere e di aumentare la vostra lotta spirituale”. (rilevata da pr. Stato di Silviu)

Fonte: Protopresbiter Ștefanos Anagnostopoulos, Spiegazione della Divina Liturgia, trad. Pr. Victor Manolache, Editura Bizantină, Bucarest, 2005, pp. 382 – 386.

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