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LETTERA PASTORALE

NELLA GLORIOSA FESTA DELLA NATIVITÀ DEL NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

NELL'ANNO DELLA SALVEZZA 2024

 

 CRISTO È NATO!

PREPARIAMO LE NOSTRE ANIME E ACCOGLIAMOLO CON AMORE E GIOIA!

 

† SILUAN 

Per grazia di Dio, Vescovo della Eletta da Dio

Diocesi Ortodossa Romena d'Italia,

Al Piissimo Ordine Monastico, Al Reverendissimo Clero

e ai Fedeli d’Italia, San Marino e Malta,

Grazia, pace e gioia, dal Filantropo Signore,

e, da noi, paterno abbraccio e apostolica benedizione.

Amati fratelli e sorelle in Cristo nato per noi nella mangiatoia di Betlemme,

La nascita secondo la carne e la manifestazione di Cristo Salvatore nel mondo hanno portato e continuano a portare ancora “una grande gioia [...] di tutto il popolo” (Cfr. Luca 2:10), una gioia che annunciamo anche a voi! Per noi cristiani celebrare non significa solo un semplice “ricordo”, ma partecipare all'evento che si sta celebrando. La porta che ci apre il cielo e ci rende partecipi, qui sulla terra, delle cose divine, è la Divina Liturgia.

Nella Divina Liturgia ascoltiamo le letture che annunciano la Natività del Signore, per poter poi partecipare al Corpo Santo e al Sangue Purissimo di Colui che festeggiamo. E mediante l'ingresso in noi del Corpo e del Sangue di Cristo Salvatore, Egli “rimane in noi e noi in lui” (Cfr. Giovanni 6:56). Ecco cosa ci dice uno dei tropari dei giorni che precedono la celebrazione della Natività del Signore (Mineo, 20 dicembre):

Preparati, Betlemme: si è aperto per tutti l’Eden! Sii pronta, Efrata, perché dalla Vergine è fiorito l'Albero della Vita nella grotta! Davvero il suo grembo è divenuto spirituale Paradiso in cui si trova l'Albero Divino, dal quale mangiando, vivremo e non moriremo come Adamo. Nasce Cristo per far risorgere (gr. anasteson) l’immagine (gr. eikona) un tempo caduta.

La partecipazione al Frutto portato dall'Albero della Vita, che germoglia dal grembo della Santissima Vergine, presuppone – come ci dice il tropario – una preparazione e anche una disposizione ad essere pronti (gr. evtrepizein). Anche gli inni prefestivi della Natività del Signore (20 dicembre) ci dicono come fare questa preparazione:

Liberiamoci dal sonno della pigrizia e, con vigilanza spirituale, accogliamo Cristo, che nascerà dalla Vergine pura, gridando: Benedite il Signore tutte le opere del Signore!

 Moltiplicando il talento delle buone opere, offriamolo al Donatore, come doni invece dell'oro, dell'incenso e della mirra; a Cristo che viene per nascere dalla Vergine, la Divina Fanciulla.

 Volgendo lo sguardo verso Cristo che si è umiliato, rialziamoci dalle passioni che bramano le cose in basso; con buon zelo, non pensando a cose alte, impariamo, mediante la fede, ad umiliarci con lo spirito, per esaltare Colui che è nato con opere di elevazione.

Pertanto, è opportuno che la preparazione dell’interiorità prevalga sulle cose ordinarie, che di solito riguardano piuttosto l’esteriorità. Quindi purifichiamo le nostre anime e non solo la casa, laviamo i nostri peccati e non solo la biancheria da letto, rinnoviamo le nostre vite e non solo i nostri vestiti! Nutriamoci del Corpo e del Sangue del Salvatore, “vero cibo e vera bevanda”! (Cfr. Giovanni 6:55) – non solo dai piatti deperibili – per quanto gustosi possano essere! – perché possiamo offrire una dimora pulita, calda e bella al Bambino Gesù, che sta nascendo, e poterlo ricevere, con gioia, dentro di noi e non in una grotta povera e fredda.

Impariamo, anche noi, l'umiltà del Bambino Salvatore, accogliamolo “con timore di Dio, con fede e con amore” e seguiamolo ogni giorno, con le parole e con le opere, guidati dai suoi comandamenti, perché “chi accoglie i suoi comandamenti e li osserva, questi è colui che lo ama” (Cfr. Giovanni 14:21). Poiché “questo è il comandamento di Dio: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato” (1 Giovanni 3:23). L'amore a cui siamo chiamati non è solo la misura dell'amore per noi stessi, ma è la misura dell'amore con cui Cristo Signore stesso ci ama: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. (Giovanni 15:12). “Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8), perché “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici (coloro che egli ama)” (Giovanni 15:13).

Tutto ciò che ci rivela e ci mostra, attraverso il Suo esempio, il Salvatore Cristo è la NATURA – come è stata creata fin dal principio. L'amore che Egli ci mostra e al quale ci esorta (che ci comanda) non si riduce a sentimenti di simpatia e di preferenze, “perché i pagani fanno lo stesso”. La misura dell'amore rivelataci dal Figlio di Dio – che si è fatto (anche) Figlio dell'uomo – è questa: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Matteo 5:44-45).

E proprio la nascita di Colui che ci ha amati e ci ama con questo amore che celebriamo oggi ed è a Lui che abbiamo dedicato la nostra vita e il nostro divenire nell'eternità! Adoriamolo, anche oggi, “come Re e Dio” – come diciamo nel Battesimo – e seguiamo Lui e le Sue esortazioni, con fede e amore, tutti i giorni della nostra vita! Altrimenti, rischiamo di rimanere cristiani solo di nome, “di rado”, “gente che ha una religiosità solo apparente, ma ne disprezza (per opere) la forza interiore” (2 Timoteo 3:5).

Vogliamo discepoli fedeli o pii e obbedienti? Custodiamo in primo luogo noi stessi, che essi chiamano "padre", la via di Cristo! Possiamo noi, che ci aspettiamo onore e apprezzamento, arrivare ad amare coloro che vengono da noi, così come sono, “mentre sono ancora peccatori”, in modo che l'amore del Figlio di Dio possa risplendere attraverso il nostro amore e possa risvegliare, nella coscienza di coloro che noi assistiamo spiritualmente, il senso della filiazione con il Padre Celeste, e lo Spirito possa sussurrare anche nei loro cuori: “Abbà, Padre!” (Cfr. Romani 8:15; Galati 4:6).

Padri cristiani e madri cristiane, volete figli obbedienti, che onorino i loro genitori e che abbiano a cuore il sacrificio che avete fatto, per il loro bene, degli anni più belli della vostra vita? Allora siate obbedienti, con fede, alle parole di Cristo il Salvatore, e “tutto il resto – di cui Dio sa fin troppo bene che avete bisogno! – vi sarà aggiunto" (Cfr. Mt 6:33)! E fatte attenzione ad un'altra cosa importante: i vostri figli non fanno quello che dite loro di fare, fanno solo quello che vi vedono fare! Non basta dire loro di pregare se voi non pregate! Non basta dire loro di leggere il Vangelo se voi stessi non lo leggete! Non basta dire loro di confessarsi e di comunicarsi col Corpo e il Sangue del Signore, se voi non vi confessate e se ricevete la comunione solo una volta all’anno! Non basta dire loro di essere misericordiosi e di perdonare, se voi stessi non siete misericordiosi e non perdonate! Quello che voi fate, lo faranno anche i vostri figli! Come siete voi, lo saranno anche loro! Amate dunque Dio e il prossimo, e così faranno anche i vostri figli!

Tutti noi, che siamo genitori – spirituali o secondo la carne – impariamo a pentirci, come per noi stessi, con amore, non per “dovere”, per tutti coloro di cui ci prendiamo cura, così come per i nostri antenati, che si sono addormentati, affinché il Signore– Colui “che si pente” (Gr. metanoon) della nostra malvagità” – argini in noi e in coloro che ci hanno preceduto l'eredità peccaminosa, per la quale non hanno saputo pentirsi a loro tempo.

La nostra preghiera di pentimento dovrebbe includere, specialmente nei tempi difficili in cui viviamo, non solo coloro che ci sono vicini o che sono affidati alla nostra cura spirituale, non solo la nostra famiglia, ma anche la nostra nazione – nella quale ci è stato dato di nascere – e anche tutto il popolo cristiano, come pure l'intero genere umano, che è stato assunto dallo stesso Cristo Dio-Uomo, per mezzo della sua umanazione (enanthropesis); è proprio Lui che vuole “che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:4)! Aggiungiamo, a questo, un pensiero di preghiera compassionevole per tutti coloro che soffrono: bambini, giovani, adulti o anziani, per coloro che vagano in questo mondo, per coloro che sono privati del minimo necessario per una vita dignitosa, per le vedove e gli orfani e per quanti sono in lutto, ma anche per le nostre sorelle che sono sul punto di dare alla luce i bambini che portano in grembo o che mettono al mondo proprio a quest'ora; per tutti coloro che, nonostante tante libertà di coscienza garantite, sono perseguitati, anche oggi, per la loro fede; per coloro che sono devastati da litigi o separazioni, per coloro che sono in tribunale, per coloro che sono in carcere e per ogni anima cristiana e umana rattristata e addolorata, che spera solo nella misericordia e nella visitazione di Dio. Poiché ogni pensiero e benevolenza, rivolti a uno dei nostri fratelli che si trova nell'angoscia e nella sofferenza, è ricevuto da Cristo Salvatore come diretto a Lui stesso! E, proprio come l'amore e la benedizione di Dio si riversano su di noi e sul mondo, in ogni momento, così anche il nostro “programma” di vita cristiana, di pentimento e di preghiera compassionevole, il nutrirci con “tutto il bene e ogni dono perfetto, che discende dal Padre della Luce”, deve essere CONTINUO, fino al nostro ultimo respiro!

Seguendo questi principi, ci inscriviamo nel cammino che ci conduce al regno di Dio, alla beata eternità, insieme con il Figlio di Dio e nostro Salvatore, insieme con la Sua Santissima e amorevole Madre e con tutti i Santi!

L’anno 2025, che sta per iniziare, è ricco di significati e di felici anniversari. Prima di tutto, è l'anno del centenario del Patriarcato di Romania. Dal 1925, la nostra Chiesa è stata elevata al rango di Patriarcato, essendo autocefala (cioè governata da un proprio primate eletto) dal 1865, cioè 160 anni fa. Per tutto l'anno 2025 evocheremo coloro che hanno guidato la nostra Chiesa, durante il primo centenario della sua esistenza, come Patriarcato, evocheremo le benedizioni che sono state riversate, durante questo tempo, sul popolo romeno fedele, ovunque si trovi nel mondo, e godremo dei frutti più preziosi della vita nella fede, secondo i comandamenti di Cristo – i Santi!

La nostra Chiesa proclamerà solennemente, all'inizio dell'anno 2025 (più precisamente il 4 febbraio), un ricco gruppo di Santi che, nel corso di un secolo, sono fioriti confessando la fede salvifica, con la loro vita e, talvolta, con la loro passione fino al sangue. Potete trovarli tutti riportati nel calendario tradizionale, che potete acquistare nelle nostre chiese, così come nel Calendario di Tutti i Santi (in lingua romena), che la nostra Diocesi pubblica, grazie all'impegno della comunità monastica del Monastero della Dormizione della Madre di Dio, presso la nostra sede di Roma.

Che la festa della Natività del Signore e Salvatore nostro, e del mondo intero, Gesù Cristo, vi renda tutti partecipi dell'amore di Colui che è venuto tra noi, in modo umile, e riempia i vostri cuori e le vostre vite della Sua grazia salvifica!

Per le preghiere della Santissima Deìpara e di tutti i Tuoi Santi, Signore Gesù Cristo, nostro Salvatore, benedici, consola, abbi misericordia e salva il Tuo popolo e tutto il Tuo mondo!

Con un abbraccio paterno a ciascuno di voi,

† Vescovo Siluan

della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia

Nella luminosa Solennità della Natività del Redentore nostro, Gesù Cristo, dalla nostra residenza episcopale della città di Roma, il 25 dicembre, anno della redenzione 2024.

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