Domenica prima dell'Esaltazione della Santa Croce | Il mistero del nascere dall'acqua e dallo Spirito
Conversazione di Gesù con Nicodemo
Vangelo secondo Giovanni 3, 13-17
Il mese di settembre, mese della creazione, secondo un'antica tradizione ebraica, inaugura il nuovo anno ecclesiastico. Inizia con la festa della Natività della Vergine Maria (8 settembre), che compie l'opera salvifica della venuta di Cristo nella carne, ed è seguita da un'altra grande festa, l'Esaltazione della Santa Croce (14 settembre), che nasconde il mistero della salvezza dell'uomo: il mistero della risurrezione e della vita eterna.
Queste due feste sono i due assi, i due punti centrali e di riferimento del primo mese dell'anno ecclesiastico. Dopo la festa della Natività della Vergine Maria (che ci ha accompagnati sul cammino per cinque giorni), questa domenica ci prepariamo già alla festa dell'Esaltazione della Santa Croce. Una domenica preparatoria e una successiva alla festa sono quelle che abbracciano il Mistero della Croce, con cui proseguiremo il cammino fino al 21 settembre, quando si conclude questa grande festa.
Il Mistero della Nuova Nascita - Il Mistero del Cielo Parlante
La Madre di Dio e il Salvatore Cristo risplendono come fari luminosi al centro di questo mese che apre il nuovo anno ecclesiastico. Settembre è un mese di creazione, di inizio, così come agosto è un mese di fine e di chiusura, di passaggio al mondo dell'aldilà, che è benedetto da un'altra grande festa: la Dormizione della Beata Vergine Maria.
È Dio che fa il mondo in sei giorni: il sesto giorno, dopo aver fatto il cielo e la terra e tutti i loro ornamenti, fece l'uomo, Adamo, e colei che nacque dalla sua costola, Eva, madre di tutti i viventi (cf. 3,20).
Con la caduta, però, la vita data all'uomo dall'uomo stesso diventa morte, ed è per questo che tutto il mistero della Chiesa sta proprio nell'acquisizione di un nuovo inizio, che riporti le cose al principio - una ricostruzione del vecchio mondo. Per questo nuovo inizio, doveva venire al mondo una nuova Eva, e la nuova Eva si mostra come la Beata Vergine Maria – ella è il nuovo Cielo, il Cielo che parla, ed è per questo che viene celebrata anche l'8 settembre, alla fine della creazione, che si mostra anch'essa come un nuovo inizio.
Dio costruisce il mondo in sei giorni, il settimo giorno è il giorno benedetto, il giorno del riposo, l'ottavo giorno è il giorno della risurrezione, di un nuovo inizio del mondo, di una nuova vita, di un nuovo mondo. Anche l'ottavo giorno dell'anno, l'ottavo giorno di settembre, appare sulla terra, da due grembi benedetti, Gioacchino e Anna, la Beata Vergine Maria - la Madre della Vita. Lei è la nuova creazione, la nuova Eva, con la quale la storia del mondo ricomincia (rinasce), attraverso la quale la morte sarà abbattuta e la vita si mostrerà vittoriosa.
La Vergine Maria è il nuovo giardino dell'Eden, il nuovo cielo, in cui apparirà un nuovo albero, l'albero della vera vita, un nuovo Adamo, che sarà Cristo Signore. Il nuovo Adamo è il Figlio dell'uomo, che sale in cielo, perché prima era in cielo, scendendo dal cielo per portarci tutti in alto - è il vero Uomo - “e nessuno è salito in cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, che è nei cieli” (Gv. 3, 13).
La Madre di Dio e suo Figlio, il Figlio dell'uomo, ma anche il Figlio eterno del Padre, Cristo Signore, mostrano la vera immagine dell'uomo, che la Chiesa ci pone oggi all'inizio del nuovo anno ecclesiale, l'uomo risorto per grazia, l'uomo attraverso il quale ci giunge la vita eterna.
Un'altra cosa meravigliosa che questa nuova creazione ci rivela è che i poli della risurrezione sono invertiti: prima appare l'immagine della nuova Eva, la Santissima Vergine, perché l'uomo non potrebbe apparire se non ci fosse il Giardino del Cielo, Dio non potrebbe apparire sulla terra, in carne e ossa, per portare il cielo nel mondo, se non ci fosse l'uomo capace di riceverlo (e di dargli la carne), e poi appare l'immagine del nuovo Adamo - il Cristo Salvatore, che nasce dalla nuova Eva.
Questa domenica spinge in avanti la storia della nascita dell'uomo, perché ognuno di noi dovrà nascere ancora una volta, questa volta non dalla carne, ma dall'acqua e dallo spirito, per essere figlio di Dio secondo verità.
Il mistero della nascita dall'acqua e dallo spirito
Il Vangelo di oggi ci rivela il dialogo, radicato nella grazia, tra Cristo Signore e Nicodemo, maestro ebreo della legge. Il Signore profetizza la sua morte e risurrezione, che svela il mistero della rinascita a un'altra vita, quella della grazia, attraverso il Santo Battesimo.
Il Mistero del Battesimo, rivelato oggi da Cristo stesso, ci viene rivelato come una nascita dall'acqua - che purifica e risana tutto - e dallo Spirito - cioè dalla natura divina. È un rifacimento del mondo per grazia, questa volta con una nascita che ci porta alla vita eterna.
Dio ci adotta in modo mistico, rendendoci cittadini del cielo, e ci guida per tutta la vita attraverso lo Spirito Santo, che al momento del battesimo viene ad abitare nel cuore dell'uomo, un cuore che diventa, secondo le parole del Paterikòn, una colonna di fuoco orante. Da quel momento, il Regno dei Cieli nasce in colui che, attraverso l'acqua del battesimo, si unisce a Cristo, vero Re e vero Dio.
L'immagine di Cristo sulla croce
Nel dialogo nell’ora della veglia con Nicodemo, il Signore lo mette di fronte a quell'evento della storia del popolo ebraico riportato nel Libro dei Numeri (4° di Mosè), che riguarda gli ebrei puniti da Dio nel deserto a causa della disobbedienza e della protesta. Gli ebrei, appena liberati dalla schiavitù egiziana, erano in cammino verso la Terra Promessa, ma mormoravano sempre contro Mosè, giudicandolo. Il loro giudizio e il loro disappunto erano rivolti anche contro Dio, che li aveva condotti nel deserto e che aveva inviato loro un cibo meraviglioso, il cibo celeste.
Dio castigò gli ebrei con serpenti velenosi, che mordevano molti e uccidevano. Mosè, però, portando il pentimento e la preghiera, placa Dio, che dà quindi loro la possibilità di guarire.
Dal Vangelo apprendiamo quindi che, come Mosè innalzò il serpente di bronzo nel deserto per guarire il popolo (Num. 21,8), così anche il Figlio dell'uomo deve essere innalzato, affinché chiunque creda in lui (e sia battezzato nel suo nome e sigillato con il sigillo dello Spirito Santo) abbia la vita eterna.
L'Antico Testamento ci dice che il serpente di bronzo, per poter essere visto, doveva essere “innalzato” affinché tutto il popolo potesse guardarlo ed essere guarito dalle sue ferite (il peccato). Si tratta di una prefigurazione dell'immagine di Cristo sulla croce, al cui cospetto tutti coloro che credono in Lui possono ottenere la guarigione. Il serpente è il simbolo della saggezza. Il bronzo “infuocato” ci ricorda il fuoco dell'amore di Dio che porta la guarigione ai nostri cuori, feriti e schiacciati dal “veleno” della malvagità, della caduta e del peccato.
Cristo è la Sapienza, che ci rivela l'amore folle di Dio per l'uomo e, ricevendo la morte sulla croce, vince la morte di tutti noi. Egli è il Serpente divino, il rimedio mistico ed eterno, contro il nemico del genere umano (il serpente del peccato). Il bastone di Mosè, su cui fu innalzato il serpente di bronzo, è l'immagine della Croce, la prefigurazione dell'albero della conoscenza del bene e del male, piantato in mezzo al Paradiso perduto (e oggi nuovamente rivelato).
Con questo intendiamo che l'uomo ha dovuto accettare di morire a se stesso, rinunciando alle contraddizioni di questo mondo, per potersi unire a Dio e raggiungere l'albero della vita - che nasce dal Sangue e dal Corpo del Signore Cristo. Per poter gustare questo frutto, in modo mistico, in ogni Santa e Divina Liturgia, l'uomo deve unirsi, attraverso il Battesimo, a Colui che si rivela a noi come “la Via, la Verità e la Vita” (Gv. 14,6).
Cristo è il Serpente divino che dà la vita per noi fino alla fine. Prima di morire con il suo corpo sulla croce, è morto interiormente, è morto Lui stesso, l'unico veramente giusto e innocente, l'unico senza peccato, ha ricevuto la crocifissione e la morte perché noi potessimo veramente gustare il frutto della vita.
Cristo riceve volontariamente la morte sulla croce e guarisce così tutta l'umanità attraverso la sua morte, ingannando il nemico della razza umana, che pensava che ai piedi del legno della crocifissione tutto fosse finito. Il serpente (Cristo), innalzato sul bastone di Mosè (il mistero della Croce), si mostra come il rimedio che (ri)porta la vita al genere umano.
Io sono l'immagine della tua gloria, anche se porto le ferite del peccato
Il volto santissimo della Vergine Maria ci mostra il nostro vero volto, e il volto di nostro Signore Gesù Cristo ci mostra che “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna” (In. 3, 16). L'uomo, invece di ricevere l'amore di Dio con profondo amore, lo riceve con odio e violenza, mandando a morte sulla croce il Figlio dell'amore del Padre celeste.
Dio, pur conoscendo questo mistero nascosto dall'eternità, manda comunque nel mondo il suo amato Figlio, colui che è il Salvatore del mondo, affinché noi, vedendo la sua croce e la sua morte sconvolgente, possiamo tornare a Dio e cambiare vita. Quella di oggi è una domenica in cui siamo tutti chiamati a rispondere con l'amore (che ci è mancato), al Suo amore, per essere come l'immagine della Santissima Vergine e l'immagine preziosissima del Signore Cristo, Colui che è stato crocifisso per l'uomo sulla Croce, che diventa il mistero della nostra salvezza.
Per questo il mese della creazione è ornato da due grandi feste, quella della Natività della Beata Vergine e quella dell'Esaltazione della Santa Croce, in cui vediamo il mistero dell'amore del Padre per il Figlio e dell'amore tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, che tutto riempie.
Se Adamo ed Eva hanno ricevuto quella vita che con la caduta ha portato tutti noi alla morte eterna, nella nuova Eva, che è la Vergine Maria, e nel nuovo Adamo, che è il Signore Cristo, incarnato, crocifisso, risorto e asceso al cielo per noi e per la nostra salvezza, riceviamo e gustiamo veramente la Risurrezione.
Per gustare veramente la Risurrezione, però, dobbiamo prima di tutto nascere di nuovo, attraversare (e gustare) la morte, rinascere attraverso il battesimo, per poter ricevere Colui che ci viene donato ogni volta nella Santa Cena. Lo riceviamo attraverso i Santi Sacramenti, attraverso la parola del Vangelo, attraverso i canti della Chiesa, attraverso le preghiere approfondite nella grazia, Colui che è la vera Vita, che è la Vita che, pur sacrificandosi, pur morendo, è una Vita dalla cui morte scaturisce la vita eterna. E Gesù Cristo diventa davvero il nuovo albero della vita, e la Croce diventa davvero, nel cuore della nostra vita cristiana, la via per il Regno di Dio.
La Croce della sofferenza
La Croce è la possibilità per noi, uomini di oggi, che camminiamo lamentandoci e giudicando, come gli ebrei nel deserto, sperando di raggiungere la terra promessa - il Regno dei Cieli. Nel nostro cammino, ognuno di noi è morso in un modo o nell'altro dal serpente della sofferenza. Non c'è vita senza sofferenza, che è la nostra silenziosa compagna di vita.
Dio è Colui che opera attraverso la sofferenza nella vita di ogni essere umano, come un artigiano che scolpisce abilmente l'immagine della sua rovina con uno scalpello in mano. La sofferenza, quindi, si mostra (anche) come una medicina che cura le ferite del peccato nelle anime sofferenti in cerca di salvezza.
Con il mistero della sofferenza intendiamo che Cristo Signore prende l'uomo pienamente su di sé, lo porta sulle sue spalle, così come ha portato la sua croce senza lamentarsi fino alla fine. L'uomo, a sua volta, è chiamato a essere portatore di Cristo nella sua vita e nel suo stesso essere, anche se questo significa molta sofferenza - la strada è cosparsa delle rose della grazia, ma anche delle spine che portano dolore.
Tutti noi abbiamo la nostra parte nella vita, questo silenzioso viaggio verso il Cielo, cosparso di problemi, di dispiaceri, di dolori, di sofferenze, spesso disseminato di delusioni, dispiaceri, ingiustizie, disprezzo e così via - tutto così duro da sopportare, eppure così inevitabile. È tutto così doloroso, così schiacciante, così straziante, proprio perché è una sconfitta di tutto ciò che significa la nostra volontà nella vita, un ostacolo posto da Cristo - la sua volontà sulla nostra volontà, due strade sovrapposte che formano la Croce e che ci portano alla Salvezza.
Assunzione della nascita attraverso la Croce
Il cristiano autentico è colui che porta la sua Croce fino in fondo, assumendola con responsabilità, per poter gustare anche la grazia della Risurrezione. Non c'è Risurrezione senza Croce! Ogni cristiano battezzato si trova tra il mistero della Croce e la Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, per questo la Croce santa e vivificante è sempre posta al centro della Chiesa, affinché noi cristiani possiamo testimoniare di aver compreso appieno il significato del mistero del sacrificio, del mistero dell'amore e del mistero della Risurrezione.
Il mistero della Croce, con cui iniziamo oggi il cammino insieme, si mostra anche come immagine della vittoria sulla sofferenza (un paradosso, perché abbracciando la Croce addolciamo la sofferenza, che diventa fonte di grazia), è il ponte tra la morte e la vita - la speranza incrollabile della vittoria sulla morte, il passaggio dalla terra al cielo, la nostra redenzione e salvezza.
La Croce della vittoria è anche la Croce da cui scaturisce il mistero della risurrezione di Cristo. Questa Croce portatrice di speranza è la Croce con cui ci segniamo ogni giorno, la Croce che portiamo sul petto, la Croce sullo schema dei monaci, la Croce che è la via e il mistico passaggio tra la morte e la vita, la Croce che ci assicura che oltre ogni morso feritore del serpente, oltre l'ingiustizia, la sofferenza, il dolore e la caduta, c'è la speranza, la luce e, soprattutto, la vita eterna per ciascuno di noi.
Oggi, attraverso la rivelazione del mistero della nascita per mezzo della Croce, inizia il tempo in cui il Signore guarisce veramente l'inestirpabile, perdona l'imperdonabile e raccoglie ciò che è disperso in questo mondo. Il tempo in cui il Signore porta consolazione dove c'è ingiustizia e pace dove ci sono problemi; tranquillità spirituale dove c'è angoscia e guarigione nei cuori da cui, goccia a goccia, scaturisce il dolore che oggi è vinto!
Approfondiamo il mistero della Croce e abbracciamolo,
perché la Croce è il nuovo Albero della Vita!
† Atanasie di Bogdania