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Domenica 32 dopo Pentecoste | Pentimento - l'incontro segreto tra l'uomo e Dio

di Zaccheo

Vangelo di Luca 19, 1-10

 

L’antica tradizione bizantina chiude sempre la serie di vangeli dopo la Pentecoste con questo meraviglioso incontro tra Dio e l'uomo, la svolta tra la via della sofferenza e il pentimento di colui per il quale Cristo assaporerà la morte: l'uomo. Un vangelo che conclude la serie dei miracoli esteriori, visibili, compiuti da Gesù, per passare al Suo lavoro interiore e misterico, la trasformazione del cuore dell'uomo, costantemente in cerca dell'eternità.

Prima di entrare a Gerico, quella città ai piedi del Giordano situata a 400 metri sotto il livello del mare, nelle profondità del peccato - mostrando il mondo decaduto - Cristo guarisce il cieco Bartimeo, che, lodandolo, lo segue verso la sofferenza. È solo un attimo e Cristo partirà per Gerusalemme, la città chiamata ad essere quella della pace, ma che è diventata una città di lamento e dolore, dove il Signore porterà la Sua Croce verso il Golgota della crocifissione.

În Ierihon, are loc tainica întâlnire între om și Ziditor – relatată doar de Luca evanghelistul –, aceasta va fi calea spre întoarcerea multor suflete spre pocăință, judecata milostivă ce o face Dumnezeu cu noi, cei căzuți, când mergem, de bunăvoie, încă din zorii vieții, spre o mărturisire sinceră a păcatelor. O vindecare trupească (Bartimeu) și alta sufletească (Zaheu) încununează lucrarea Domnului în mijlocul poporului Său iubit, înainte de taina Pătimirii.

Chi è Gesù?

Evanghelia nu zice că Zaheu vameșul „căuta să-l vadă pe Iisus”, ma “căuta să vadă cine este Iisus” (Luca 19, 3) – de unde și taina Persoanei, taina Lui Dumnezeu, care se face cunoscut omului.

Zaccheo non voleva sapere cosa rappresentasse Cristo in sé e nemmeno cosa dicesse il mondo di Lui (sicuramente aveva sentito molte cose), ma era assetato di conoscere la profondità del mistero: chi è veramente questo maestro della legge? - Cristo, il Signore. La sete del desiderio di incontrarlo, di vederlo, di conoscerlo, di scoprirlo, si rivela essere la sete dell'uomo di riconciliarsi con Dio.

Adam, a cărui pecete o purtăm cu toții în trup, o dată cu căderea, pierde și privilegiul de a-L mai vedea pe Dumnezeu. După alte câteva generații, omul pierde privilegiul de a-L mai auzi pe Dumnezeu – care se descoperă, tainic, doar in inimile curate. Domnul vorbește prin gura prorocilor și a Sfinților, dar de la Maleahi, prorocul, care îl va vesti pe Înaintemergătorul, se așterne o tăcere de peste patru sute de ani – glasul Domnului nu mai poate fi auzit.

Da allora, fino a oggi, il desiderio di Zaccheo è l'unico desiderio dall'espulsione di Adamo dal Paradiso che domina l'uomo costantemente in cerca dell'eternità e della conoscenza: vedere (ancora) e sentire (di nuovo) Dio - l'incontro vero e proprio tra persone, l'incontro della vita, l'incontro che ci (ri)costruisce internamente e ci (ri)dirige su un'altra strada, quella della salvezza.

“Scendi presto, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5)

Sant'Efrem il Siro ci dice qualcosa che ci mostra il significato profondo dell'opera di salvezza di Zaccheo: “Il primo albero di Adamo sarà dimenticato a causa di quest'ultimo albero, del capo dei pubblicani, e l'errore di Adamo sarà dimenticato a causa del giusto Zaccheo”.

La discesa dal peccato alla virtù è una salita da ciò che è mondano a ciò che è spirituale, e proprio qui il Signore ribalta tutti i nostri valori superficiali e ci mostra una prospettiva completamente diversa: "Il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto" (Luca 19, 10).

L'uomo peccatore, come l'odierno pubblicano Zaccheo, è abituato al disprezzo degli altri - ma Cristo gli mostra stima! Colui che è caduto è abituato all'odio - ma Cristo gli mostra amore! L'impotente è abituato a essere escluso e giudicato dai giusti - ma Cristo gli mostra comunione! Colui che è imbarazzato dalle sue azioni è abituato a essere rimproverato - ma Cristo gli mostra gioia, e ancora di più - lo loda!

L'amore, la comunione e la gioia uniscono l'uomo a Dio - mostrano il caduto di nuovo adottato dal sempre amorevole Padre. Le braccia paterne si rivelano sempre instancabili nel riscatto dell'amore caduto.

 

L'incontro tra Dio e l'uomo

Per vedere Cristo, Zaccheo (l'uomo) deve salire su un albero di sicomoro: per vedere Dio, è necessario sforzarsi di elevarsi dai propri peccati, anche solo quanto si potrebbe scorgere da un albero.

"Zaccheo, scendi subito", gli dice il Signore, ovvero mettiti al livello di colui che ti chiama al pentimento: sii umile, lascia l'esaltazione esteriore per cambiare dentro di te. Zaccheo scende dal sicomoro come un frutto maturo - è maturo, è pronto per il passo decisivo: il pentimento, e il Signore ha saputo cogliere con maestria il frutto benedetto. Questo sicomoro non è secco, come il fico che si è seccato all'incontro con Cristo (la vecchia legge, che era sterile, è destinata a morire), ma ha prodotto un frutto maturo.

Hristos, învățătorul lui Israel, Se (auto) invită să fie primit în casa unui vameș. Vameșii erau urâți pentru nedreptatea pe care o făceau poporului și care suferea, pentru faptul că strângeau impozite (adesea cu un exces de zel nejustificat) într-o monedă care purta pecetea Cezarului – chip al idolatriei, de neînțeles pentru iudeul evlavios.

Alla chiamata del Signore, Zaccheo non esita, ma, scendendo, accoglie con gioia Colui che cambierà la sua vita nel suo cuore. Questo è l'incontro della vita di ciascuno di noi: nemmeno Zaccheo lo trascurerà. L'incontro con Dio cambia il cuore dell'uomo, la grazia diventa operante, le parole sono superflue. Zaccheo promette di riparare gli errori e di espiare i suoi peccati attraverso la donazione della metà della sua ricchezza ai poveri e il ripristino raddoppiato di tutto ciò che aveva ottenuto ingiustamente. Così, egli si colloca al di là delle richieste della vecchia legge (Esodo 22, 3-12), che prevedeva una compensazione al massimo doppia per le ricchezze prese ingiustamente.

 

La cena di Zaccheo - la cena del pentimento

Zaheu îl primește la masă pe Domnul în casa sa, așa precum și Avraam a primit la masă pe cei Trei Îngeri, chipul ascuns al Sfintei Treimi, la stejarul Mamvri (Fc. 18, 1 – 8), de unde și calificativul dat de Hristos lui Zaheu – „și acesta este fiu a lui Avraam” (Lc. 19, 8).

Cel care este atins de har (acel har care mereu lucrează, și în noi, la fiecare Dumnezeiască Liturghie), se propune să întoarcă împătrit tot lucrul dobândit prin nedreptate. Nu ar fi putut să răscumpere greșeala returnând, o singură dată, paguba făcută?

I Padri della Chiesa hanno visto più a fondo questo dovere profondo, cioè il fatto che ogni peccato ci rende quattro volte colpevoli: prima di tutto davanti a Dio (I), poi davanti al nostro prossimo, a colui al quale abbiamo fatto torto (II), poi alla nostra stessa coscienza, che rimane macchiata (III) e infine al mondo circostante, che rimane macchiato dal nostro stesso peccato (IV). Da qui l'esigenza di Zaccheo di fare il proprio dovere nei confronti del Signore, del prossimo, della propria coscienza e del mondo che ci è stato dato per essere santificato e benedetto, non per essere contaminato e macchiato.

Oggi, qualsiasi peccato commesso dall'uomo, ci rivela i Padri filocalici (in particolare Giovanni Cassiano), si manifesta sempre attraverso una caduta raddoppiata, che richiede sempre l'appropriato sollevamento: prima c'è l'arrivo del pensiero tentatore, poi l'accettazione di quel pensiero, segue la decisione di commettere il peccato e, infine, la caduta effettiva.

Zaccheo (caduto quattro volte con un raddoppio del riscatto) oggi prepara una tavola del pentimento che, con l'arrivo di Cristo, non solo nella casa del pubblicano, ma anche nelle case delle nostre anime, in questo mondo, trasformerà in una tavola di gioia.

Il pentimento trasforma la tristezza in grazia, è quello che restaura misteriosamente l'uomo, veramente, e lo riporta all'immagine primordiale - quella di Gesù Cristo, l'icona dell'eternità. Il Regno di Dio, oggi ritrovato nella casa di Zaccheo (la casa di ogni anima), si rivela essere il regno dell'adozione attraverso il pentimento - la luce perduta è vista di nuovo negli occhi offuscati dalla grazia del pubblicano trasformato.

 

Signore, siediti a tavola con noi!

L'uomo è sempre chiamato a sedersi a tavola con Dio in un atto di comunione. Il Signore si riconcilia e ritrova con maestria la strada verso l'anima umana sedendo a tavola, non altrove, non ai margini della strada, non nei momenti cruciale, non nei momenti di difficoltà, ma nella gioia della pienezza, lì, a quella tavola misteriosa, perdonando ogni uomo caduto.

L'amore rivelato è sempre il legame nascosto che il Signore cerca instancabilmente nel riscatto di colui a cui ha donato l'immagine a Sua immagine, ma è anche l'unico che veramente spegne la sete affaticante che affligge l'uomo, il pellegrino eterno su questa terra.

Il Signore viene nel mondo e ci offre, con amore, una cena di pienezza, un banchetto di un incontro segreto - la Liturgia delle nostre anime, dove condividiamo la Parola incarnata. Ogni liturgia inizia con un pentimento segreto (come quello di Zaccheo), che ci conduce alla gioia - gustate e vedete che il Signore è buono (Salmo 33, 8). Il perdono donato da Dio solleva il peso così difficile da portare sulle anime stanche e addolorate dal peccato.

La cena a cui siamo chiamati è mistica ed eterna, non è più il pasto preparato da Dio nel deserto per sfamare il popolo d'Israele, stanco dell’oppressione, ma è un pasto di gioia (infinita). Alla fine del viaggio viene rivelata la ricompensa - e quanto l'abbiamo aspettata, quanto l'ha aspettata (anche) Zaccheo?

L'amore si mostra sempre vittorioso, questo amore che entra nella casa dell'anima nostra sconvolta e affaticata (l'eterno Zaccheo), si incarnato nel pane e nel vino - e questi diventano il banchetto regale - il banchetto della fede, il banchetto della vita, della speranza, delle nozze segrete, che durerà per sempre.

 

Seguire Cristo - la via della santità

Din Constituțiile Apostolice aflăm că, după înălțarea la cer a Mântuitorului Hristos, Zaheu, de data aceasta chemat la apostolat, l-a însoțit pe Sfântul Apostol Petru în călătoriile sale misionare. Tradiția Bisericii ne spune că Zaheu a fost, ulterior, așezat episcop în Cezarea Palestinei, de către același Sfânt Apostol, trecând la Domnul, în pace, ca primul care a păstorit turma binecuvântată a pământului Cezareii din Palestina.

Colui che ha compreso il mistero del pentimento, oggi San Gerarca Zaccheo, riceve il sigillo dell'apostolato e segue Cristo. Questo seguire si rivelerà essere un cammino verso la croce e la sofferenza, ma anche verso la santificazione.

Domnul, prin Zaheu, cel ajuns din vameș, episcop cu viață sfântă, ne cheamă pe fiecare dintre noi la calea, astăzi bătătorită de Sfinți, a pocăinței – „n-au trebuință de doctor cei sănătoși, ci cei bolnavi. N-am venit să chem pe drepți, ci pe păcătoși la pocăință(Lc. 5, 31 – 32).

Evanghelia cu care am călătorit astăzi ne mai descoperă încă un paradox: cei bolnavi (trupește și sufletește), cum a fost vameșul Zaheu, ajuns Sfânt, sunt (mereu) vindecați de Hristos, care se (auto) invită în casa unui păcătos – pentru a-l converti (întoarce spre adevăr), cei „sănătoși” însă (fariseii și cărturarii și oare nu-i avem și astăzi?) complotează (deja) să-L omoare pe doctorul sufletelor și al trupurilor noastre.

Saliamo sulla Croce, non sull'albero

Il pentimento di Zaccheo, mostrato a tutti oggi, deve essere e rimanere, fino alla fine, il nostro pentimento. La casa di Zaccheo, rivelata oggi, deve essere e rimanere per sempre la casa del nostro cuore. Il mistero della gioia di Zaccheo, che oggi scaturisce da un cuore nuovo, deve essere e rimanere per sempre la nostra gioia. Il debito espiatorio pagato oggi da Zaccheo deve essere anche il nostro debito, che riscatta il peccato della caduta attraverso il pentimento sincero.

Liturghia lui Zaheu, care stă astăzi la masă și gustă din binecuvântarea lui Hristos, trebuie să fie și să rămână, până la sfârșit, și liturghia noastră. Astăzi suntem chemați să devenim cu toții mădulare vii ale Bisericii, altoindu-ne pe trupul tainic a lui Hristos, prin botezul pocăinței, pentru ca, o dată gustând din Sângele Lui – seva cea vie, Care țâșnește din coasta Sa, în fiecare potir euharistic, să vină și să Se sălășluiască înăuntrul nostru, pentru veșnicie.

Oggi siamo tutti chiamati a gustare la vita di Cristo, donata a noi, e a diventare "razza santa, sacerdozio regale, popolo scelto" (1 Pietro 2, 9).

Oggi più che mai non abbiamo bisogno di salire sul sicomoro per vedere e conoscere Cristo, ma più che mai abbiamo bisogno di salire sulla Croce, da dove possiamo (già) vedere l'alba della nostra salvezza.

Abbiamo il coraggio di abbracciare la Croce! Lì è la Salvezza! Da lì sorge la Resurrezione!

† Atanasie di Bogdania

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